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Tutte le brioche vinte da Signori e Siniscalco

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20 gennaio 2010

Sulla bocca di tutti. È il minimo, per una merendina con più di 50 anni di vita, protagonista dei ricordi d'infanzia di milioni di persone e oggi al centro di forum e gruppi su Facebook (quasi mille gli iscritti al più quotato). Emblema dell'italica brioche, il Buondì in tempi recenti si è ritrovato fulcro di dotte disquisizioni: tra i suoi maggiori appassionati c'è Domenico Siniscalco, che quando era ministro più di una volta l'ha chiamato in causa per chiarire in un sol boccone complicati teoremi economici; nel giugno 2005, ad esempio, parlando di difesa del potere d'acquisto all'assemblea di Confcommercio ricordò la necessità di «far crescere la torta, sennò distribuiamo miseria. Bisogna lavorare insieme, senza egoismi, perché non ha senso lottare su una tortina, su un Buondì Motta rinsecchito». E c'è chi sostiene che un esempio analogo, sempre dall'ex ministro, fosse già stato utilizzato addirittura a Palazzo Chigi nell'autunno 2004: quando c'era da convincere Silvio Berlusconi che i tempi non erano maturi per un taglio delle tasse, pare che Siniscalco abbia tirato fuori la teoria del Buondì Motta, in base alla quale «dividendo la brioche in tante parti, si finisce per lasciare tutti senza il gusto di averla assaggiata».
Dall'economia allo sport, chi invece per anni ha spopolato a suon di Buondì è stato Beppe Signori. L'ex attaccante della nazionale azzurra, amante del gioco, nell'estate 2000 ribrevettò una scommessa sentita qualche anno prima in discoteca: riuscire a mangiare un Buondì camminando, nello spazio limite di trenta passi. Messa al bando ogni forma di doping, compresa la possibilità di siringare della marmellata onde ammorbidire il prodotto, il bomber di Foggia, Lazio e Bologna mise in palio addirittura un milione di vecchie lire. Nessuno ce l'ha mai fatta, e Signori ha cavalcato la scommessa per anni, anche in televisione. Finché proprio la disfida della merendina, divenne motivo di scontro con il capitano romanista Francesco Totti, che alla vigilia di un Bologna-Roma del 2002 non si risparmiò lo stoccate: «Signori chi? L'ultima volta l'ho visto fare pubblicità al Buondì Motta». (Ma.Fe.)

20 gennaio 2010
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